#160 - 13 giugno 2016
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Editoriale

Narciso

di Dante Fasciolo

L’antico detto:
“uno per tutti, tutti per uno”
che racchiude in sè alcuni valori
quali l’unità, il rispetto, il lavoro comune,
obiettivi da raggiungere insieme, vocazione al meglio…

da sempre, nel paese piĂą bello del mondo,
si è catastroficamente trasformato in
“uno contro tutti, tutti contro uno”
che racchiude in sè la negazione totale
del senso da dare alla convivenza sociale.

Non si tratta solo di riferirsi ai nostri giorni
in cui molti cittadini sono chiamati a decidere
delle sorti amministrative delle loro cittĂ ,
bensì di una prassi comportamentale
incarnata nel pensiero quotidiano di ciascuno di noi.

Siamo tutti attori e spettatori
di un’insieme che prevede in sottotraccia
la vittoria mia e la sconfitta dell’altro;
così dall’asilo nido alla pensione,
dalle strisce pedonali all’automobile,
da una scrivania all’altra in ufficio,
tra la bancarella e il negozio,
tra l’inquilino e il condominio…
perfino tra padre e figli,
tra fratello e fratello.

C’è un responsabilità in tutto ciò?
La vita è solo chiacchiericcio tra “comari”?
Lo spettacolo esige solo irrisioni?
L’odio sarà ripagato con beneficio?
La lotta prevede la morte?

Eppure, basterebbe alzare per un momento lo sguardo
oltre il recinto ristretto delle nostre ossessioni,
per vedere e poter credere che la salvezza
della terra e delle societĂ  che vi abitano
hanno un solo modo per sopravvivere:
togliere dal viso di ciascuno di noi
l’insopportabile maschera del narciso.

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