#154 - 11 aprile 2016
AAAAA ATTENZIONE - Cari lettori, questo numero resterŕ  in rete fino alla mezzanotte di DOMENICA 31 AGOSTO quando lascerŕ  il posto al numero 366. - BUONE VACANZE A TUTTI - Ora ecco per voi un po' di SATIRA: Il Paradiso lo preferisco per il clima, l'Inferno per la compagnia (M. Twain) - Quando le cose non funzionano in camera da letto, non funzionano neanche in soggiorno (W.H. Masters) - L'intelligente parla poco, l'ignorante parla a vanvera, il fesso parla sempre (A: De Curtis) - Il sesso senza amore č un'esperienza vuota, ma tra le esperienze vuote č la migliore (W. Allen) - Per alcune cose ci vuole tanta pazienza, per tutte le altre c'č la gastrite (L. Limbus) - Non avere un pensiero e saperlo esprimere: č questo che fa di un uomo, un giornalista (K. Kraus) - Le banche ti prestano denaro, se puoi dimostrare di non averne bisogno (B. Hope) -
Editoriale

Il Coro

di Dante Fasciolo

SarĂ  sicuramente sfuggito ai distratti,
politici compresi, i quali invece
avrebbero molto da imparare dalla manifestazione
che a Napoli ha visto impegnati come coristi
circa 13.000 ragazzi di ogni parte d’Italia.

Piazza del Plebiscito, in altri tempi arena
per dibattiti e contrasti politici e sociali
ha dato spazio alla musica e al canto
e vecchie e nuove armonie hanno scandito
ritmo e senso di condivisione.

“La piazza incanta” ha esibito opere
di Verdi, Mozart, Hendel ed altri geni della musica
che hanno accompagnato idee e passioni,
al pari di autori di un tempo a noi piĂą vicino
con musiche e parole dei giovani d’oggi.

A ben guardare, scandagliando a fondo,
non si è trattato solo di una manifestazione canora,
né di una rassegna promozionale per riportare,
dopo lunghi anni di assenza,
un po’ di musica e di poesia nelle scuole.

Credo invece che si sia trattato,
seppure inconsapevolmente,
di un gesto in qualche modo di ribellione,
di testimonianza profonda che cerca una via d’uscita
dal labirinto dell’ignavia e del lassismo delle coscienze.

Siamo abituati a demonizzare tutti su tutto:
i giovani, gli anziani, le donne,
i ricchi, i poveri, imprenditori e disoccupati,
il vicino di casa e l’emigrante, i giudici, e i politici,
governo e opposizioni…

Quando cominceremo a dialogare senza inganni,
e quando in coro metteremo la nostra voce,
la nostra passione, la nostra storia, il nostro amor proprio
per assecondare un ritmo possibile di un lavoro
capace di ristabilire una fisionomia umana al nostro tempo?!

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