#146 - 31 gennaio 2016
AAAATTENZIONE - Cari amici lettori, questo numero rimarrà  in rete fino alla mezzanotte del 31 LUGLIO PER LASCIARE IL POSTO AL N° 354 GIOVEDI' 1° AGOSTO. BUONA LETTURA A TUTTI . Ora ecco per voi un po' di SATIRA: Il Paradiso lo preferisco per il clima, l'Inferno per la compagnia (M. Twain) - Quando le cose non funzionano in camera da letto, non funzionano neanche in soggiorno (W.H. Masters) - L'intelligente parla poco, l'ignorante parla a vanvera, il fesso parla sempre (A: De Curtis) - Il sesso senza amore è un'esperienza vuota, ma tra le esperienze vuote è la migliore (W. Allen) - Per alcune cose ci vuole tanta pazienza, per tutte le altre c'è la gastrite (L. Limbus) - Non avere un pensiero e saperlo esprimere: è questo che fa di un uomo, un giornalista (K. Kraus) - Le banche ti prestano denaro, se puoi dimostrare di non averne bisogno (B. Hope) -
Alberologia

Ciclo sugli alberi seguendo l'itinerario divulgativo
del libro "Alberologia" di Antonio De Bono, edito da Osanna Edizioni

Alberologia

Mitologia romana

Mitologia romanaMitologia romana

I romani consideravano gli alberi sacri agli dei e alle dee; infatti la quercia era sacra a Giove, l'alloro ad Apollo, il frassino a Marte, l'olivo era sacro a Minerva, così come il melograno a Giunone, l'abete a Diana, il mirto a Venere, il bosso a Cibele, il cipresso a Plutone, il fico a Saturno, la vite e l'edera a Bacco e il pino a Nettuno.

Mitologia romanaMitologia romana

I romani avevano grande considerazione per gli alberi: ci costruivano i tetti, i carri e le mense, e ci costruivano le navi per solcare i mari e visitare le terre lontane.
E come non ricordare che tutti i colli romani, ai tempi della fondazione, erano ricoperti da boschi!

Mitologia romanaMitologia romana

L'Aventino era vestito di roveri, lecci ed allori. Sul Celio era presente un bosco di querce ed vie era eretto un piccolo tempio consacrato alla ninfa tutrice della boscaglia. Al Viminale sorgeva il bosco consacrato a Diana: L'acquitrinoso Palatino, prosciugato da Tarquinio Prisco, fino a Severino Tullio era coperto dal bosco Luperco da dove le lupe scendevano al Tevere per dissetarsi. Lo spazio tra Quirinale e Campidoglio era boscaglia e palude ed era stato assegnato da Romolo all'asilo dei delinquenti e per questo dettoLucus asylii.

Mitologia romanaMitologia romana

L'aspetto religioso andava a privilegiare il bosco ad alto fusto, e il termine Lucus , di origine incerta, ha il significato di radura nel bosco dove arrivava la luce del sole, ed era indispensabile per erigere gli altari per immolarvi le vittime. Nell'antica Roma, al bosco sacro veniva riservata anche la funzione di confine naturale prima tra proprietari privati, poi tra etnie e quindi tra Stati.

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Silvano (Silvanus), consacrato al culto degli antenati, era anche l'antico dio latino protettore della vegetazione delle selve, dei campi e degli animali; affine a Fauno, pur non avendo, a differenza di Fauno, culto ufficiale né festa, né sacerdozio; fu considerato egualmente come dio, ed ebbe culto domestico.
Dal canto suo, il Fauno era una figura della mitologia romana, una divinità dei boschi e della natura: Il suo aspetto ha forme umane, ma con i piedi e con le corna di capra. Ebbe l'epiteto di Luperco perchè aveva il potere di allontanare i lupi dalle greggi.
Nei primi secoli dell'era cristiana, molte divinità pagane vennero demonizzate e i Fauni furono associati ai Satiri e ai Silvani: La figura del Fauno diverrà in seguito quella del diavolo-tipo: Nello stesso periodo però, i Fauni vennero anche convertiti in esseri non malvagi, simili ai folletti.

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